2023 TRENO BARCA BANNER FIU

data evento: 13-04-2023

Dopo la ristrutturazione di undici locali di proprietà ACER con fondi europei e l’assegnazione da parte del Comune di Bologna a nuove attività professionali legate all’arte, alla cultura e alla creatività, il calendario degli appuntamenti e delle iniziative a carattere culturale del Treno della Barca si sta componendo. A fare da raccordo fra le realtà che popolano il Treno della Barca, a gestire le risorse provenienti dai Fondi europei PON Metro, a ideare e coordinare attività e proposte e molto altro, ci sono tre community manager o cosiddetti “capitreno”.

Sono Luca Tarantini, agente di prossimità della nostra Fondazione, Simona Brighetti e Camilla Castoldi, responsabili dell’Ufficio di coordinamento del Patto per la Lettura (PxL) e li abbiamo raggiunti per farci raccontare il loro lavoro quotidiano sul territorio e il valore di rigenerazione urbana e sociale del progetto.

Due degli undici spazi sono destinati ai cosiddetti Capitreno, con un ruolo di raccordo fra le realtà che popolano il Treno della Barca e con l’obiettivo generale di dare vita a una comunità attiva e ben integrata sul territorio. Di cosa vi occupate e quale il vostro ruolo?

Nell’ambito del percorso di rigenerazione a base culturale e di animazione socio-culturale del Treno della Barca, il ruolo dei capitreno è quello di coordinare la creazione di una rete operativa tra i soggetti assegnatari dei 7 locali rigenerati e messi a bando dal Settore Cultura e Creatività, il tessuto associazionistico e la cittadinanza attiva della Barca e la comunità di abitanti del Treno della Barca. Infatti, una delle prime azioni realizzate come capitreno è stata quella di istituire e consolidare l’assemblea permanente degli assegnatari che periodicamente si riunisce per la programmazione del palinsesto di progettualità di carattere culturale da implementare al Treno della Barca. Costituendo, quindi, quella che abbiamo volutamente chiamato comunità nella comunità, che raggruppa sia gli assegnatari degli spazi che i servizi del Quartiere Borgo Panigale-Reno, come ad esempio il Servizio Scolastico Territoriale, l’educativa di strada, l’Ufficio Reti. Oltre questo il nostro è anche un ruolo di raccordo e di creazione di relazione con i cittadini e le cittadine, con le scuole limitrofe come le scuole Dozza e la GIovanni XXIII, la parrocchia di S.Andrea e con le diverse attività commerciali che gradualmente stiamo provando a coinvolgere nella programmazione delle attività, perché naturalmente l’obiettivo è che il Treno nella sua interezza, ivi compreso il commercio di prossimità, possa beneficiare del percorso di rigenerazione che stiamo implementando. Per fare tutto questo come capitreno ci occupiamo anche di armonizzare le risorse economiche a disposizione del progetto in condivisione con la comunità degli assegnatari e di  sostenere l’attivazione di tutte le procedure/servizi oltre che la gestione delle problematiche dei vari locali in stretta collaborazione con il Settore Cultura e Creatività. Il nostro compito è anche quello di tessere alleanze con altre realtà. 

Infine, una delle attività principali che svolgiamo è quella di presidio: si può conoscere un territorio e le sue dinamiche solo vivendolo e attraversandolo quotidianamente, ed è questo che stiamo provando a realizzare, cercare di essere antenne per la comunità promuovendo l’ascolto attivo e la mappatura partecipata dei bisogni attraverso l’osservazione e la relazione quotidiana con i cittadini e le cittadine. Quando gli spazi dei capitreno sono aperti è possibile fermarsi per chiacchierare, chiedere informazioni, manifestare bisogni, prendere dei libri o più semplicemente scambiarsi un saluto, questo di per sé è il primo strumento essenziale per creare relazioni di fiducia stabili in grado di innescare impatti e cambiamenti concreti.

Sette locali ristrutturati all’interno del portico sono stati messi a bando per ospitare percorsi di auto imprenditoria giovanile, con particolare riferimento alle categorie a rischio di esclusione sociale e alle cosiddette industrie culturali e creative (ICC). Come stanno collaborando insieme?

Con il bando di assegnazione dei 7 locali riqualificati si è costituita una comunità di realtà assegnatarie davvero molto interessante con competenze molto specialistiche e che si integrano alla perfezione in un’ottica organica di programmazione. Come anticipato, lo strumento principale di collaborazione tra i diversi soggetti assegnatari è l’assemblea permanente, luogo di confronto e progettazione condivisa dove, anche con il supporto metodologico del Centro Salute Internazionale e Interculturale (CSI), ci interroghiamo costantemente sull’aderenza delle nostre progettualità ai bisogni del territorio e della comunità. Per facilitare le comunicazioni e renderle più snelle oltre che per gestire le impellenze legate ai locali, abbiamo creato una chat whatsapp condivisa tra assegnatari, capitreno e rappresentanti dei servizi di Quartiere e del Settore Cultura e Creatività, un drive condiviso per la circolazione di materiali relativi il progetto, un sezione web nel sito Culturabologna.it con il calendario aggiornato di tutte le attività realizzate negli spazi riqualificati del Treno. L’assemblea permanente come strumento sta dando già i suoi frutti e la collaborazione si realizza nelle modalità più disparate: c’è chi chiede in prestito attrezzi da lavoro, chi propone la partecipazione collettiva a bandi e altre fonti di finanziamento, chi propone di prendere un caffè o promuove le iniziative del territorio. Come capitreno abbiamo agevolato e facilitato l’ingresso degli assegnatari nei locali finanziandone e coordinandone l’allestimento, con loro stiamo programmando delle progettualità condivise da realizzare nei prossimi mesi sia finanziate da progetto che autonome. Tra i diversi soggetti si è instaurato fin da subito un ottimo rapporto di collaborazione ed anche complicità relazionale, alcuni di loro stanno già lavorando per presentare una proposta collettiva per il bando Bologna Estate, altri invece stanno già lavorando a progettualità costruite con l’Ufficio Reti al livello di Quartiere, oltre che a partecipare ai tavoli di zona del Quartiere Borgo Panigale-Reno. Naturalmente il ruolo di coordinamento dei capitreno è fondamentale nel tenere salde queste relazioni ma effettivamente dobbiamo riconoscere che siamo stati fortunati ad avere una composizione del genere tra gli assegnatari, sia per competenze che per modalità e approccio progettuale. Gli assegnatari, inoltre, stanno lavorando molto bene anche con il tessuto associazionistico formale ed informale e la cittadinanza del Treno e della zona Barca: consulenze grafiche per un gruppo informale di cittadini che promuove la ginnastica dolce, il coinvolgimento delle e degli abitanti negli incontri di formazione universitaria ma anche semplicemente uno scambio continuo di pareri, esperienze e alle volte consigli, anche progettuali, su cosa realizzare con e per il Treno oltre che la circolazione della memoria storica di questo luogo così carico di ricordi ed esperienze.

L’edificio “Treno” si trova quindi al centro di una strategia di sviluppo urbano che è intervenuta su più fronti e sta perseguendo l’obiettivo di creare una comunità di quartiere più coesa, che possa collaborare alla gestione di spazi rigenerati e che possa favorire lo sviluppo economico e l’occupazione dei cittadini che frequentano l’area. Qual è secondo voi l’impatto sociale dell’intervento?

Come ci insegna la letteratura sul concetto di impatto e la sua valutazione, un processo di rigenerazione a base culturale e il conseguente coinvolgimento di comunità sono fenomeni che necessitano di tempo per produrre impatti concreti in un determinato territorio, a maggior ragione se immaginato in una zona considerata ad alta fragilità. Naturalmente, però, dei primi risultati di breve periodo li stiamo già gradualmente registrando: la fiducia di alcuni cittadini rispetto alla nostra presenza e alle nostre progettualità, la partecipazione alle nostre attività, il sostegno dei commercianti con i quali stiamo immaginando anche progettualità condivise, la curiosità, sebbene difficilmente rendicontabile, della popolazione che ha visto per anni questi locali chiusi e che finalmente possono, a vario titolo, ricominciare a vivere ed abitare. Si tratta di piccoli risultati che se curati con costanza e continuità nel tempo possono consolidarsi in un vero e proprio impatto collettivo su tutta la comunità del Treno e, di riflesso, per la zona Barca e il Quartiere Borgo Panigale-Reno.

Il Treno della Barca è situato in una zona periferica e distante dal centro storico. Qual è il contesto e le criticità?

L’area del Treno della Barca – il più importante intervento urbano del secondo dopoguerra a Bologna – dista dal centro storico circa 15 minuti in bicicletta, da percorrere sulle ciclabili disponibili (via Sabotino – via Saragozza – ciclabile Bologna-Casalecchio, parco Nicholas Green), ed è servita da due linee di autobus il 36 e il 14. Una distanza molto poco distante, molto ben servita e facile da raggiungere a nostro parere. 

Negli ultimi decenni, con lo sviluppo dei grandi centri commerciali, sono scomparsi i negozi di vicinato e tutto quell’insieme di piccole/medie attività che avevano caratterizzato il ‘quartiere-città’. I vuoti urbani, insieme all’invecchiamento delle persone residenti e all’arrivo di nuovi abitanti con diversi background migratori ha creato qualche criticità. 

Il percorso di rigenerazione a base culturale e di animazione socio-culturale del Treno della Barca è stato voluto e progettato proprio per affrontare queste criticità. Grazie alle nuove attività verranno rianimati i luoghi in maniera quotidiana e continuativa, elemento fondamentale ridare vita a spazi chiusi per l’inclusione sociale e il benessere di zona e di comunità. 

Per permettere di conoscere meglio la storia del Treno della Barca e del contesto urbano abbiamo promosso Le camminate di storia e architettura nel Quartiere Barca condotte da Sofia Nannini – ricercatrice e docente in Storia dell’architettura presso l’Università di Bologna e l’Università degli Studi di Firenze e Luca Gullì – funzionario del Ministero per i beni culturali, si occupa di politiche territoriali e di tutela del patrimonio storico. La camminate, sono aperte a tutt* e sono un’occasione per chi vive nell’area o per chi vive in altri quartieri di conoscere meglio la storia e le storie di questo “quartiere-città” concepito alla fine degli anni Cinquanta, un luogo dotato di tutte le funzioni utili alla vita e alle attività dei suoi abitanti, così da avere piena autonomia rispetto al resto della città di Bologna. Anche se il quartiere non è stato realizzato secondo le previsioni del suo vasto progetto iniziale, esso presenta caratteri ben riconoscibili, che ne fanno una delle zone più iconiche di Bologna. Il “treno” di Giuseppe Vaccaro è un edificio lungo oltre 500 metri che ospita negozi a piano terra, definisce il grande vuoto di piazza Giovanni XXIII e costituisce al tempo stesso il fondale e il luogo di passaggio per gran parte del quartiere caratterizzato anche dalla continuità della vegetazione e delle alberature. Alla prima camminata si sono presentate tantissime persone, tra cui anche un signore che aveva partecipato alla costruzione dell’area. Mentre camminava e ascoltava le voci di Sofia e Luca, si è commosso più volte. 

In che modo la cultura, l’arte e nello specifico la lettura possono essere anche strumento di welfare culturale? quali tipi di attività state realizzando?

I luoghi della lettura – in primis biblioteche e librerie – sono da sempre luoghi di comunità. I libri e le pratiche che si possono attivare a partire dai libri e dalla lettura –  sono uno strumento incredibile per favorire processi di inclusione sociale. Leggere, conoscere e riconoscersi. 

Promuovere un modello integrato di benessere degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative, sulla lettura e sul patrimonio culturale: questo in estrema sintesi ciò che definiamo welfare culturale, insieme di azioni che presuppongono la collaborazione interdisciplinare e l’integrazione fra sistemi e saperi connessi alla salute, alle politiche sociali, alla cultura e creatività. Attraverso un insieme molteplice di azioni, i percorsi di welfare culturale mirano a contrastare le disuguaglianze favorendo l’inclusione sociale, lo sviluppo delle competenze, il capacity building. 

Il Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale di Bologna – CSI ha presentato in Salaborsa il 23 gennaio 2022 la ricerca L’equità nel diritto alla salute  nel quale sono sono state evidenziate le diverse criticità presenti al villaggio della Barca. 

Per questo motivo, lavorando al Treno della Barca, abbiamo chiesto al CSI di accompagnarci per integrare maggiormente saperi e pratiche delle varie realtà assegnatarie con cui abbiamo condiviso obiettivi e metodi.
Uno degli obiettivi del percorso è proprio quello di promuovere la salute delle persone residenti al Treno, migliorando il contesto di vita e supportando lo sviluppo di comunità.
Oltre alle arti, anche la lettura con le sue differenti pratiche, è uno strumento che può contribuire a tutto ciò. La lettura è una pratica che può essere contemporaneamente solitaria e collettiva. Per questo stiamo lavorando per creare spazi dedicati al piacere della lettura: insieme all’associazioneEqui-libristi per creare degli spazi dedicati alla lettura.
In uno dei locali dei Capitreno saranno a disposizione di chiunque libri ‘a libero prelievo’, da portare a casa o leggere lì, ricavandosi un momento per il piacere e l’approfondimento; Equi-libristi proporrà inoltre incontri, laboratori, due bookstation esterne, sotto il portico del Treno e uno spazio dedicato a un Silent Book Club.
Abbiamo anche favorito la creazione di gruppi di lettura, una pratica che permette di creare relazioni e occasioni di confronto orizzontali, momenti dove si parla insieme del libro scelto, si condividono le emozioni generate dalla lettura e si approfondiscono alcuni temi. Persone che escono di casa e si incontrano per parlare e ascoltare. 

A Bologna sono tantissimi i gruppi di lettura: come Patto per la lettura li abbiamo mappati tutti e siamo in stretto contatto con ognuna di queste realtà: piccole/grandi comunità dove al piacere della lettura si unisce la voglia di stare insieme e di ascoltare le tante opinioni che possono suscitare  Occasioni dove nascono amicizie e relazioni forti e importanti.

Grazie alle progettualità dei soggetti assegnatari e ad altre attività di altre realtà, abbiamo dato vita a un programma articolato per diversi tipi di pubblico: da gennaio, negli spazi Capitreno,  Bottega Finzioni propone le sue Storie in giro, corsi di scrittura rivolti a ragazz* di poesia, fumetti, racconti, testi teatrali, testi di canzoni, film e serie tv. Nello spazio di Insight/Zikkaron sono cominciate Le letture collettive promosse per mettere in comune libri, poesie, testi, articoli su argomenti cruciali per il nostro presente.

Sono molto diverse tra di loro le attività avviate al Treno: non solo specifiche sulla lettura, ma anche pensate per target specifici e per rispondere a specifiche esigenze. In quest’ottica si inquadra l’avvio di un laboratorio organizzato dall’associazione Strictly Underground,  dedicato alla cultura hip hop e street style: corsi gratuiti di hip hop e break dance, mcing, writing, beatbox, incontri con esperti, feste e gare in collaborazione con realtà del territorio come l’Istituto IIS Belluzzi Fioravanti. Al momento gli incontri sono stati due: come previsto la partecipazione di persone-adolescenti residenti al Treno non è stata massiccia, ma abbiamo notato molta curiosità: tanti gruppi di giovani sono passati più e più volte davanti allo spazio dove si ballava e rappava e, come ci confermavano le persone di Strictly, il processo di avvicinamento inizia sempre così. La volontà del Comune è di proseguire con il progetto avviato per dargli una continuità nel tempo.


Quali feedback avete ricevuto e quali le criticità?

Da parte delle sette realtà assegnatarie c’è stata una grande partecipazione e condivisione degli obiettivi. Si è creata una rete tra assegnatari e servizi del quartiere. La rete degli assegnatari ha lavorato bene fin dai primi incontri, scanditi con frequenza bisettimanale e insieme abbiamo coprogettato e coprogrammato azioni e palinsesto.
Grazie alla presenza costante negli spazi Capitreno, è stato portato avanti un ingaggio continuativo e informale, costruito anche sulla collaborazione con il tessuto associazionistico e la cittadinanza attiva della zona Barca e grazie alla comunicazione tempestiva del progetto e dei suoi avanzamenti: per questo motivo abbiamo realizzato un sito, ospitato all’interno di Cultura Bologna e gestito direttamente da noi - Simona e Camilla - . Il sito è uno strumento molto efficace per raccontare e informare sulle attività che vengono svolte al Treno, ma appena la bacheca del Treno sarà ripristinata, riporteremo anche lì le notizie. 

Oltre a tutte le difficoltà nel cominciare ad entrare e ‘abitare’ spazi nuovi, dove comunque vivono e lavorano tante persone, al momento le maggiori difficoltà riscontrate sono soprattutto legate all’ingaggio dei gruppi informali giovanili e della cittadinanza: c’è una mancanza di fiducia nei confronti dell’amministrazione che deve essere superata. Un presidio continuo e non temporaneo, una presenza costante e una serie stabile di servizi e attività, potrebbero contribuire a ricucire il dialogo tra amministrazione e cittadini. 

Intervista a cura di Silvia Santachiara

Treno intervistaLucaSimonaCamilla

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