Si è conclusa la prima settimana di Utopie Reali, iniziata con un laboratorio insieme alle comunità lo scorso 14 settembre 2021 e proseguita venerdì 16 settembre con le prime passeggiate esplorative nelle aree interessate dal progetto.
Duranteil laboratorio di apertura del 14 settembre, i 60 studenti e giovani professionisti, divisi in 6 gruppi di lavoro e guidati da un facilitatore e da un tutor, hanno immaginato insieme alle comunità di cittadini una nuova lettura dei territori e fatto emergere bisogni, priorità, idee su ciascuna delle aree del quadrante nord ovest di Bologna. Insieme, hanno iniziato a costruire una nuova visione futura individuando uno o più luoghi, per ciascuna zona, da cui partire per attivare il cambiamento.
Lungo Navile
La visione si è orientata verso la valorizzazione storico-naturalistica, la tutela ambientale, l'accessibilità e la fruibilità. Elementi centrali di questo processo sono, in particolare, i luoghi attivatori individuati: i vari sostegni lungo il canale, come luoghi di aggregazione e socialità e, soprattutto, di fruizione turistica, gli spazi dismessi che possono essere convertiti in luoghi di produzione e fruizione culturale, come la centrale idroelettrica del battiferro,
gli spazi di accesso all'area, che svolgano una reale funzione di connessione.
Prati di Caprara e Ravone
La molteplicità di contributi e punti di vista diversificati ha permesso di costruire un quadro completo e organico dell'area, nonché di condividere visioni e prospettive comuni che vedono l'area dei Prati di Caprara come centralità rispetto alla sua funzione di servizio ecosistemico per l'intera città da preservare e integrare maggiormente con il tessuto circostante, così come le grandi aree dismesse dello scalo Ravone e dell'ex OGR che si pongono come aggregatori di nuove relazioni e dinamiche socio-culturali da favorire e implementare.
Lungo Reno
Le criticità e le opportunità dell'area sono state integrate in una visione organica: la frammentazione e la scarsa connessione intra-quartiere, la presenza di poli di attrazione come l'Opificio Golinelli e il Mast, le aree dismesse e la presenza del Reno con le sue caratteristiche naturalistiche da valorizzare. Proprio il lungo fiume, nella sua interezza, è stato identificato come luogo attivatore dalla forte valenza identitaria, con l'intenzione di valorizzarlo trasformandolo in un parco fluviale che possa fungere da connettore tra le diverse zone, tra i poli di attrazione già presenti e tra quelli derivanti dalla riqualificazione futura della vasta gamma di parchi e aree dismesse, ma anche elemento di attrazione del futuro quadrante Nord/Ovest, che si potrà allargare verso altre zone della città come ad esempio l'area collinare creando un percorso naturalistico unitario.
Bolognina
Il confronto ha fatto emergere l'idea di una Bolognina che fra dieci anni sia un nuovo centro della città, che offra servizi alle persone, culturali e che sia attraversata da un'offerta commerciale di prossimità, diffusa, ampia e diversificata, con aree verdi sempre più diffuse e connesse, tra di loro e con l'area di Piazza della Costituzione e del Parco Don Bosco. Quest'ultimo è stato indicato come uno dei luoghi attivatori, insieme a Piazza dell'Unità, centralità identitaria della parte storica dell'ambito, e al Dopo Lavoro Ferroviario, punto di partenza per avviare una trasformazione che arrivi fino al Tecnopolo.
Borgo Panigale
Durante il confronto tra le comunità e gli studenti è emerso il ruolo della Ducati nel quartiere, la necessità di migliorare la qualità degli spazi pubblici per renderli fruibili per utenti di età diverse e incrementare gli spazi verdi e il collegamento con la campagna. I partecipanti hanno immaginato un Borgo Panigale nel quale la campagna entra nella città e la città esce in campagna e dove la via Emilia diventa il cuore del quartiere incrementando la sua vivibilità e i collegamenti di mobilità attiva.
Lazzaretto-Pescarola
Gli studenti progettisti al tavolo hanno accolto attivamente le sfide presentate dall’ambito e dalle rappresentanti delle comunità che lo abitano. La ricerca di una visione comune si è focalizzata principalmente sul far comunicare, non solo fisicamente, tre identità diverse: il Reno Nord, il comparto residenziale della Pescarola e il Polo Universitario. Come luogo attivatore di questo processo è stata scelta la nuova fermata “Lazzaretto” del People Mover: centrare rispetto alle tre aree e portale verso la città.
Il progetto, promosso dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana e SOS - School Of Sustainability di Mario Cucinella con la collaborazione e il patrocinio di Comune di Bologna, dall’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Bologna e dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna, continuerà con altre passeggiate esplorative fino al workshop finale, in programma venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 settembre, in cui le comunità, gli studenti e i giovani professionisti, guidati da tutor e con la supervisione dei docenti dei vari dipartimenti dell’Università di Bologna e con il supporto di esperti, lavoreranno allo sviluppo di idee di progetto per le zone individuate.
Utopie Reali è una iniziativa promossa e realizzata dalla Fondazione per l'Innovazione Urbana e SOS - School Of Sustainability nell'ambito del Laboratorio Aperto della città di Bologna (Programma Operativo Regionale FESR Fondo europeo sviluppo regionale 2014-2020 Asse 6 “Città attrattive e partecipate”).