07 e 08.01.2025

Like an Open Door, la rassegna tra arte e città diffusa nello spazio urbano di Bologna inaugurata a novembre 2024 giunge alla sua terza e ultima tappa, in occasione di Art City 2025.

L'appuntamento è dal 7 al 9 febbraio con una serie di appuntamenti tra performance, installazioni, interventi in diversi luoghi “attivati”, di volta in volta, dagli interventi di 15 artiste e artisti - Alessandro Brighetti, Alfredo Barsuglia, Anja Korherr, David Casini, Flavio Favelli, Hanns Holger Rutz, Ivana Spinelli, Lorena Bucur, Markus Wilfling, Marlene Hausegger, Mattia Pajè, Total Refusal, Valentina Furian, Veronika Hauer, zweintopf.

Il progetto, a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi, fondatrici di NOS Visual Arts Production, e di Margarethe Makovec e Anton Lederer, fondatori di < rotor > Centre for Contemporary Art di Graz (Austria) in collaborazione con la nostra Fondazione, è l’esito di un percorso di ricerca di due anni che NOS e < rotor > hanno sviluppato sui due contesti artistici di Bologna e Graz individuando artisti legati ad ognuno dei due territori le cui opere e ricerche creano tra loro un legame di risonanza.

Dopo un primo capitolo espositivo realizzato a Graz nel 2023 che investigava l’opera d’arte come spazio di possibilità inaspettate, trasformazione e cambio di prospettiva, Like an Open Door a Bologna espande questo pensiero al contesto urbano e in particolare alla condizione di trasformazione, immaginabilità e potenzialità che in esso innescano metaforicamente i cantieri. Like an Open Door offre un ripensamento dello spazio “cantiere” per sondare nuove intuizioni ed espressioni estetiche che il tempo presente, ovvero quello vissuto, richiede, e invita a riflettere su come la creatività possa disarticolare convenzioni, muoversi su strade ancora non tracciate, promuovere nuove forme di attivismo artistico in grado di penetrare e ribaltare una percezione del paesaggio urbano e umano che diamo per assodato.

Tutta la rassegna ha luogo tra spazi interni ed esterni, offrendo al pubblico interventi artistici temporanei negli studi d’artista come nelle sedi di Fondazione IU Rusconi Ghigi, presentazioni in gallerie e bookshop, esplorazioni urbane per riflettere sulle trasformazioni delle città e sondare, attraverso l’arte, nuove possibili percezioni del paesaggio urbano e umano. Il palinsesto è stato costruito per favorire quell’esercizio al “confine di visibilità” che i cantieri urbani impongono in quanto luoghi in divenire per arrivare, in quest’ultima tappa, a espandere tali confini anche ad una dimensione virtuale e aerea.

Ad aprire il weekend venerdì 7 febbraio alle ore 18 in Sala Tassinari di Palazzo D’Accursio (Piazza Maggiore 6) sarà la proiezione in prima nazionale del film Disaster Tourism del collettivo austriaco Total Refusal, attivo dal 2018 e composto da artisti, ricercatori e filmmaker che concentrano la loro ricerca sull'appropriazione degli spazi videoludici dei videogiochi mainstream. Disaster Tourism è una lecture-performance cinematografica dove gli artisti (attraverso i loro avatar nel videogioco/film) conducono lo spettatore attraverso la Namalsk russa, un'isola fittizia nello stretto di Bering nel videogioco DayZ. Percorrendo in biciletta luoghi come la città gulag di Vorkuta, miniere di uranio, binari vuoti e navi arenate il gruppo discute della rappresentazione della realtà post-sovietica come un paesaggio fatto di rovine.
In un’ora di proiezione il pubblico viene catapultato nel sistema “videogioco” trovandosi a partecipare ad una dissertazione sugli immaginari architettonici e urbanistici nei prodotti d'intrattenimento, sulle ragioni per cui le rovine di una società, quella sovietica, che si era prefissata di superare il capitalismo sono ora adatti soprattutto come scenario per l’apocalisse nei videogiochi mainstream. "Ricicliamo i videogiochi per rivelare l'apparato politico al di là delle trame patinate e iperreali di questi media", dicono gli artisti. Alla proiezione segue un dibattito con gli artisti in collegamento dall’Austria insieme ai curatori Margarethe Makovec e Anton Lederer presenti in sala con Elisa Del Prete e Silvia Litardi per dare al pubblico la possibilità di dialogare direttamente con gli artisti.

Dalla città virtuale a quella reale: sabato 8 febbraio alle ore 12.00 inaugura in via Petroni 9, sede della Fondazione IU Rusconi Ghigi, Inflating House di Alfredo Barsuglia, una “casetta” gonfiabile, come avremmo potuto disegnarla da bambini, che esce dalla finestra del nobile palazzo. L’opera, esito del programma di residenza realizzato in collaborazione con MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna presso La Residenza per artisti Sandra Natali lo scorso settembre, porta a tema in modo ironico il concetto di un sovra-sviluppo cui l’architettura di una città come Bologna (non troppo diversamente da Graz) può faticare a rispondere. Così come la città inizia a sfruttare prima gli spazi dei portici quindi le altezze, l’artista si e ci domanda, come provocazione, se è davvero pensabile immaginarsi ancora altre possibilità di occupazione dello spazio urbano o se invece, cambiando prospettiva, in uno scenario chimerico, non sia possibile invertire la rotta delle crisi attuali, facendo magari affidamento a visioni non consuete quali quelle del gioco e dei bambini: l’installazione sarà visibile fino al 23 febbraio.

Con altrettanto piglio ironico il duo zweintopf presenta la serie di poster Pasta al Limone dedicati ad alcune sculture pubbliche presenti a Bologna: durante il periodo di residenza a novembre a Bologna, il duo è rimasto particolarmente colpito dalle sculture dell'artista Diego Sarti al parco della Montagnola, dalla vivacità plastica e dalla drammaticità simultanea delle sue figure di animali. Da qui alcune di esse sono diventate soggetto di una nuova serie fotografica in cui gli artisti, in un certo senso, “aggiornano” in chiave contemporanea la loro iconografia e i loro attributi. Ne scaturisce una micro narrazione da cui emergono paure e preoccupazioni raccolte dagli abitanti rispetto alla metamorfosi di una città divenuta meta di un turismo gastronomico strabordante. Come se le sculture dovessero anch’esse adeguarsi ai tempi attuali, zweintopf ne cambia i connotati, dando un nuovo valore a sculture che lo sguardo quotidiano non è più abituato a notare.


Le opere di Alfredo Barsuglia e di zweintopf, che saranno presentate al pubblico dagli artisti assieme ai curatori Elisa Del Prete, Silvia Litardi, Margarethe Makovec e Anton Lederer, si vanno ad unire alle installazioni site specific esposte da novembre a Palazzo Verzaglia Rusconi, sede della Fondazione, che saranno visitabili da venerdì 7 a domenica 9 febbraio (orari: venerdì 7 h.11-19; sabato 8 h.11-22; domenica 9 h.11-18). A cominciare dal film Like a Transitional Door di Veronica Santi, che accoglie il pubblico all’entrata, interpretazione critico-visiva della mostra nel suo primo capitolo a Graz. Nella prima sala, due dittici di Mattia Pajé, Like atoms, I am different if I look at myself e l’inedito Pensiero è costruzione, fanno parte di una serie dedicata a progetti ancora non realizzati che ha come principale riferimento visivo le Pioneer Plaque, lastre incise e mandate nello spazio per comunicare con civiltà extraterrestri. Accanto, il video Windows, Open di Marlene Hausegger, documento dell’omonima azione avvenuta nel 2010 a Graz in cui l’artista guida la coreografia per una decorazione collettiva della facciata di un palazzo, mette in luce con piglio ironico una pratica rivolta ad agire i limiti dell’immaginabile nella sfera dello spazio pubblico. Nella sala successiva l’installazione Pizza casa di David Casini presenta 10 nuove sculture, in dialogo con disegni dell’illustratore Andrea Bruno, quali frammenti di un paesaggio urbano di vita di prossimità dal Quartiere Santo Stefano di Bologna, dove l’artista vive. Il percorso prosegue con le tre nuove sculture – nature morte di Alessandro Brighetti La Défaite, Le Désastre, Hybridation, poetici simulacri dell’elemento urbano della rotonda. L’ultima sala accoglie nelle sue altezze Unseen (Sara) e Unseen (Massiel), la produzione più recente di Lorena Bucur, omaggio all’operosità artigiana nella filiera delle creazioni d’alta moda che prosegue l’esplorazione dell’artista sulla natura dell’immagine fotografica e delle sue modalità di depositarsi e sovrapporsi, in dialogo con i disegni di Anja Korherr che, nelle sue tavole, sviluppa racconti all’interno di scenari multi-prospettici in cui una situazione si rovescia nell'altra, fissando degli stilemi che ritroviamo anche nella sua produzione pittorica e di graphic novel.

Altra novità del percorso in questa terza tappa della rassegna, l’opera BRILLA di Valentina Furian: il titolo dell’opera è anche la parola dell’insegna luminosa soggetto della fotografia, ambedue portatrici di una doppiezza semantica; brillano le stelle, ma, all’opposto, possono “brillare” – esplodere – ordigni e bombe. Ritornano alla mente le rovine nel giardino Lunetta Gamebrini dove a dicembre, durante la seconda tappa di Like an Open Door, Ivana Spinelli ha realizzato Lunetta Lunette Lunettes v^v^v ()( prima opera dell’artista dedicata al Parco, fatta di interventi minimali, mobili, colorati e materici temporaneamente adagiati su alcune rovine e scoperti durante una passeggiata collettiva; oggi alcuni sono collocati nelle sale della Fondazione per ricordare il prolifico cantiere immaginativo che la rassegna ha avviato.
Sulla facciata esterna del palazzo campeggiano, infine, tre stendardi a formare la parola NOI, opera di Veronika Hauer, dalla serie The Animated Alphabet, un’esplorazione del linguaggio verbale e del suo legame con il corpo-spazio.

Domenica 9 febbraio alle 12 Jugopetrol (viale Silvani, 19), studio dell’artista Flavio Favelli ospita una visita speciale a Duetto di Flavio Favelli e Markus Wilfling: insieme all’artista Flavio Favelli, i curatori Silvia Litardi, Margarethe Makovec e Anton Lederer raccontano al pubblico il dialogo tra le sculture di Favelli e la serie fotografica di Wilfling.

IL PROGRAMMA:

Venerdì 7 febbraio
Ore 11–19
Fondazione IU Rusconi Ghigi, via Petroni 9
Installazioni a Palazzo Verzaglia Rusconi
Opere di Alessandro Brighetti, Alfredo Barsuglia, Anja Korherr, David Casini (con un contributo di Andrea Bruno), Ivana Spinelli, Lorena Bucur, Marlene Hausegger, Mattia Pajé, Valentina Furian, Veronika Hauer, zweintopf e un video di Veronica Santi.

Ore 18.00
Sala Tassinari, Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore, 6
Disaster Tourism di Total Refusal
Proiezione e talk
Prima nazionale
Prima nazionale nell'ambito dei progetti istituzionali ART CITY Bologna 2025 in occasione di ARTEFIERA
L'accesso è gratuito e consentito fino a esaurimento posti. Non è richiesta prenotazione.
Si consiglia di presentarsi almeno 15 minuti prima dell'inizio della proiezione.
60’, replica unica
A fine proiezione dibattito con gli artisti in collegamento

Sabato 8 febbraio
Ore 10–22
Jugopetrol, viale Silvani 10/A
Duetto di Flavio Favelli e Markus Wilfling

Ore 11–22
Fondazione IU Rusconi Ghigi, via Petroni 9
Installazioni a Palazzo Verzaglia Rusconi

Opere di Alessandro Brighetti, Alfredo Barsuglia, Anja Korherr, David Casini (con un contributo di Andrea Bruno), Ivana Spinelli, Lorena Bucur, Marlene Hausegger, Mattia Pajé, Valentina Furian, Veronika Hauer, zweintopf e un video di Veronica Santi.

Ore 12
Fondazione IU Rusconi Ghigi, via Petroni 9
Inflating House di Alfredo Barsuglia
Pasta al Limone del duo zweintopf
Inaugurazione interventi artistici
Gli artisti insieme ai curatori Elisa Del Prete, Silvia Litardi, Margarethe Makovec e Anton Lederer incontrano il pubblico per presentare le nuove opere che vanno ad unirsi al nucleo di installazioni presenti in sede da novembre.

Domenica 9 febbraio
Ore 10–13
Jugopetrol, viale Silvani 10/A
Duetto di Flavio Favelli e Markus Wilfling

Ore 11–18
Fondazione IU Rusconi Ghigi, via Petroni 9
Installazioni a Palazzo Verzaglia Rusconi
Opere di Alessandro Brighetti, Alfredo Barsuglia, Anja Korherr, David Casini (con un contributo di Andrea Bruno), Ivana Spinelli, Lorena Bucur, Marlene Hausegger, Mattia Pajé, Valentina Furian, Veronika Hauer, zweintopf e un video di Veronica Santi.

Ore 12
Jugopetrol, viale Silvani 10/A
Duetto di Flavio Favelli e Markus Wilfling
Visita speciale con l’artista Flavio Favelli e i curatori
Insieme all’artista Flavio Favelli, i curatori Silvia Litardi, Margarethe Makovec e Anton Lederer raccontano al pubblico il dialogo tra le sculture di Favelli e la serie fotografica di Wilfling.

L’intero programma è consultabile QUI  

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