Sabato 12 aprile alle 16.30, Piazza Maggiore si trasforma in un grande palco a cielo aperto occasione degli di Speakers' Corners, evento conclusivo del percorso dei laboratori di teatro e cittadinanza attiva 2024-25, condotti dal Teatro dell’Argine, nell’ambito della seconda edizione di Politico Poetico, progetto del Teatro dell’Argine in collaborazione con Area educazione, istruzione e nuove generazioni del Comune di Bologna e con la nostra Fondazione, cofinanziato dall'Unione europea - Fondi strutturali e di investimento europei Programma Nazionale Città Metropolitane e città medie sud 2021-2027
Decine di adolescenti saliranno su una cassetta della frutta e prenderanno la parola, dando voce alle proposte nate in classe. Punto di partenza, cinque parole chiave: Fragilità, Collaborazione, Futuro, Relazioni, Orizzonti. Muoversi nella piazza e ascoltare quello che hanno da dirci è un’occasione unica per leggere il futuro con gli occhi delle nuove generazioni. E questo è poetico. E questo è politico.
A Londra, a Hyde Park, lo Speakers’ Corner esiste da oltre un secolo. È il luogo dove chiunque può esprimersi, dove le idee si scontrano e si mescolano, dove il dibattito è ancora una forma viva di partecipazione. A Bologna, grazie a Politico Poetico, gli Speakers’ Corners diventano un grande palcoscenico diffuso, in cui la città intera si trasforma in teatro. Un teatro senza mura, senza biglietti, senza attori né spettatori definiti. Un teatro in cui tutti e tutte possono prendere la parola, ma soprattutto in cui ogni persona può essere toccata da una parola, anche solo per un istante. Perché il teatro c’è, anche quando non lo riconosciamo. C’è ogni volta che qualcuno cerca di connettersi con gli altri attraverso la propria voce e il proprio corpo. C’è in ogni angolo della piazza in cui ragazzi e ragazze salgono su una cassetta e dicono: "Ascoltatemi". C’è in ogni battaglia raccontata, in ogni storia condivisa, in ogni sguardo che cambia prospettiva. Il teatro c’è, anche quando non ce ne accorgiamo.
Gli Speakers’ Corners di Politico Poetico sono un’azione politica. Perché prendere la parola in pubblico è un gesto di responsabilità, è decidere di dire: io esisto, io ci sono, io ho qualcosa da dire. È l’atto di chi non si accontenta di subire il mondo così com’è, ma prova a cambiarlo, a modificarne la traiettoria. Chi sale su quella cassetta non sta solo parlando: sta esercitando un diritto. Il diritto di essere ascoltati e ascoltate, di porre domande, di proporre soluzioni. Sta portando la propria voce in un luogo pubblico, trasformando lo spazio urbano in una piazza di confronto, in un’arena di idee. È un atto politico perché rivendica uno spazio di dialogo, perché chiama gli altri a rispondere, a riflettere, a prendere posizione. Gli Speakers’ Corners di Politico Poetico sono un’azione teatrale, nel suo significato più autentico: una pratica che ha a che fare con il corpo, con la voce, con l’incontro diretto tra chi parla e chi ascolta. I ragazzi e le ragazze che salgono sulle cassette di legno sparse per la piazza non stanno solo facendo un discorso in pubblico. Stanno costruendo una relazione con lo spazio intorno, con le persone che passano, con chi si ferma anche solo per un attimo, con chi magari storce il naso o con chi annuisce convinto. Stanno sperimentando sulla propria pelle il senso del teatro, che è prima di tutto una forma di azione politica: il tentativo di incidere sulla realtà attraverso la parola, il gesto, la presenza.
Il pubblico vede una persona salire su una cassetta e parlare. Ciò che non vede è il lungo lavoro che ha portato a quel momento: ore di riflessione, discussione, ricerca. Giornate passate a dare forma a un pensiero, a un’urgenza, a una battaglia che sentono propria. Prove davanti agli altri, paura di non essere ascoltati, terrore di essere presi in giro dai compagni e dalle compagne, dubbi sul tono giusto da usare, sulla parola esatta da scegliere nel tentativo di trovare una voce, di affinarla, di renderla forte, chiara, capace di arrivare all’altro. Gli Speakers’ Corners non sono semplici esercizi di cittadinanza attiva. Sono spazi di trasformazione, dove l’energia, la rabbia, il sogno, il bisogno di giustizia e di cambiamento si fanno corpo, respiro, voce. Sono lo spazio in cui le storie personali diventano narrazioni collettive, le paure si trasformano in azione e il diritto di parola diventa il diritto di essere ascoltati e ascoltate.
E allora il teatro torna alla sua essenza: non solo spettacolo, ma anche atto politico. Non finzione, ma presenza. Non intrattenimento, ma necessità. Gli Speakers’ Corners non sono solo l’evento finale di un progetto scolastico. Sono una dimostrazione pratica di cosa può fare il teatro quando diventa strumento di cittadinanza. Quando insegna a prendere la parola, a guardare negli occhi chi ti ascolta, a non abbassare la voce, a reggere lo sguardo di chi non è d’accordo. Il teatro c’è, anche quando nessuno lo riconosce. Anche quando sembra solo una cassetta di legno e un ragazzo o una ragazza che parla.
Le classi delle Scuole Secondarie di II grado di Bologna che hanno preso parte ai laboratori di teatro e cittadinanza attiva 2024-25 I.I.S. sono Aldini Valeriani 4^ACM, I.I.S. Serpieri 3^P e 4^P, Liceo Ginnasio L. Galvani 2^O, Liceo Scientifico A. Righi 4^U, CEFAL Emilia-Romagna 3^Elettronica e 3^Ristorazione, Liceo Scientifico A. B. Sabin 3^O, Liceo Scientifico N. Copernico 3^V, Liceo Scientifico E. Fermi 3^I e 3^H, Liceo Laura Bassi 3^F, I.I.S. Belluzzi - Fioravanti 4^CI, I.I.S. Manfredi - Tanari 4^DT, I.I.S. Rosa Luxemburg 5^AA, I.P.S.A.S. Aldrovandi Rubbiani 4^DM. Hanno preso parte al percorso anche i gruppi dei quartieri di Bologna. Inoltre il progetto, a cura del Teatro dell'Argine, ha visto la partecipazione di sei adolescenti dei gruppi di teatro dell’ITC Studio
In caso di maltempo, l'evento si terrà domenica 13 aprile.
Sempre sabato 12 aprile, dalle 16 alle 19, in Sala Tassinari, Palazzo D’Accursio, si terrà Futuro Anteriore: 10 sguardi d’artista, 10 racconti della Gen Z. Interviste tra adolescenze passate e presenti
Futuro Anteriore è una videoinstallazione, a cura di Elena Lamberti e realizzata da Andrea Paolucci, dove ricordi di 10 artiste e artisti, fra i più rappresentativi della scena contemporanea, tra cui Chiara Bersani, Marta Cuscunà, Silvia Gribaudi e Marco D’Agostin, si intersecano e si alternano con le testimonianze attuali di altrettanti adolescenti. Che adolescenza hanno passato i/le performer che adesso andiamo a vedere nei festival e nei teatri, cosa li spaventava, che ideali avevano, dove trovavano ascolto e forza, cosa li rendeva felici, che sogni avevano? E cosa direbbero, adesso che sono acclamati e hanno raggiunto il successo, all’adolescente che sono stati? I ragazzi e le ragazze intervistati, provenienti da grandi città così come da piccoli centri di provincia, come immaginano il loro futuro, quali sogni hanno, che adolescenza stanno passando, cosa li rassicura, cosa li intimorisce?
In caso di maltempo, l'evento si terrà domenica 13 aprile.
Venerdì 9 maggio invece si terrà in Consiglio Comunale, Lettere alla Città 2025
I progetti immaginati dai ragazzi e dalle ragazze che hanno preso parte al percorso di Politico Poetico nell’anno scolastico 2024-25, saranno raccolti in un unico documento: le Lettere alla Città 2025. Cinque lettere, una per ogni parola chiave che ha guidato i laboratori di questo anno (fragilità, futuro, relazioni, orizzonti e collaborazione), saranno scritte da un gruppo composto da uno o più delegati/e per ogni classe che ha preso parte al progetto, con la partecipazione dei/delle Rappresentanti di Istituto e dei/delle partecipanti al bando Fondo di Comunità 2025 che hanno aderito all’invito. Il gruppo di rappresentanza giovanile su base volontaria avrà il compito di raccogliere in cinque documenti tutte le proposte emerse durante il percorso e di presentarlo in Consiglio Comunale a Bologna venerdì 9 maggio 2025.
Politico Poetico II edizione sarà riproposto anche nel prossimo anno scolastico 2025-26 con una struttura simile e alcune novità.