Mercoledì 14 alle ore 19, giovedì 15 e venerdì 16 settembre 2022 alle ore 18 in Piazza Lucio Dalla si terrà LA SEDIA DEL GIUDICE - Installazione e performance di Antonello Ghezzi a cura di Cronopios e Adiacenze. Nell'ambito della rassegna CULTURALMENTE per la memoria.
La sedia del giudice, installazione artistica del duo Antonello Ghezzi (Nadia Antonello e Paolo Ghezzi), diventa fulcro per tre performance partecipate attorno al tema della memoria. Ogni appuntamento coinvolgerà in un dibattito il pubblico e due ospiti, i due giudici della “partita”.
- 14 settembre ore 19
piedi e radici
Patrizia Caraveo e Franco Arminio
Da dove veniamo e dove andiamo? Siamo fatti per la stanzialità o il nomadismo perenne?
Da essere nomade l’uomo è diventato sedentario, ha iniziato a occupare lo spazio e ad aspirare alla stabilità. Spesso finisce per credere che per trovare il proprio equilibrio debba stare fisicamente fermo: guarda la terra che ha sotto i piedi e la vede immobile, dimenticandosi che la Terra in realtà è in costante movimento, così come l’universo intero. All’uomo sfuggono dalla mente le sue origini primordiali: anche lui, come i pianeti e le stelle, è composto da particelle che vengono dallo spazio e portano con sé la memoria dei loro spostamenti, particelle dinamiche che ci spingono a viaggiare, aspirando a un equilibrio che muta continuamente, evolve, torna indietro, cambia ancora.
I giudici che in questo incontro introdurranno il loro punto di vista sul tema e guideranno il dibattito del pubblico saranno Patrizia Caraveo, fisica e astronoma, e Franco Arminio, poeta e “paeasologo”, come ama definirsi. Attorno all’opera La sedia del giudice di Antonello Ghezzi, si metteranno a confronto un approccio scientifico legato all’osservazione dell’universo, relativo alla tendenza dell’uomo di voler scoprire costantemente nuove frontiere con uno attento ai paesaggi prossimi, sovente dimenticati e abbandonati assieme alle loro storie e tradizioni.
- 15 settembre ore 18
selce e silicio
Mauro Zanchi e Sara Benaglia
Analogico o digitale? Oppure analogico e digitale? Non abbiamo la presunzione di voler trovare una risposta netta, definitiva, assoluta, ma questo non ci ferma dal porci la domanda. La memoria connaturata all’operato dell’uomo è fatta di oggetti fisici, concreti, che possiamo percepire attraverso i nostri sensi: sono i libri che leggiamo, gli oggetti che osserviamo e prendiamo in mano. Abbiamo inciso parole sulla pietra, costruito muraglie e scritto saggi sulla storia del mondo per preservare un passato che qualcuno ha vissuto prima di noi, una memoria collettiva che non vogliamo ci sfugga. Lo stesso abbiamo fatto e facciamo tutt’ora con i ricordi più intimi e personali: chi non ha mai fatto sviluppare delle fotografie o scritto qualche parola su un diario? L’uomo raccoglie continuamente segni che manifestano il proprio passaggio sulla terra. Con l’avvento della tecnologia queste prove compongono una memoria sempre più virtuale, da misurare in bite e terabite, e da scrivere in sequenze binarie che pure necessitano di un supporto fisico. Sono forse meno tangibili, ma più dinamiche: in una manciata di secondi possiamo caricare sul drive le fotografie della vacanza in montagna, fare un backup delle conversazioni di WhatsApp o un video dei primi passi di nostra figlia usando il telefonino, in modo che tutto rimanga fisso nella memoria.
A interrogarsi sul rapporto tra analogico e digitale saranno Mauro Zanchi e Sara Benaglia, critici e curatori dello spazio BACO_BaseArteContemporaneaOdierna di Bergamo, associazione culturale no profit fondata con lo scopo di creare collegamenti tra la tradizione legata al teatro della memoria e l’arte contemporanea.
- 16 settembre ore 18
memorie dal futuro tra utopia e distopia
Maura Gancitano e Andrea Colamedici
Si può prevedere il futuro rileggendo il passato? La catena degli eventi della storia scorre sempre più veloce dietro di noi, mentre progrediamo verso un futuro ancora da immaginare: ci attende un tempo utopico, risolutivo di ogni tensione? O una nuova era oscura?
Non ci è data possibilità di vedere oltre al momento che stiamo vivendo, possiamo solo immaginare mondi utopici e/o distopici, creare dei modelli per provare a capire cosa succederà in base a quello che è stato e quello che è: immaginare il futuro è un esperimento emozionante e spaventoso allo stesso tempo, e per farlo bisogna trovare il modo di intrecciare il passato e il presente con scoperte che ancora devono essere fatte.
In questo incontro saranno Maura Gancitano e Andrea Colamedici a influenzare e farsi influenzare dai giocatori in campo, offrendo spunti di riflessione contrastanti e complementari. Nel 2014 hanno fondato TLON, un progetto filosofico multidisciplinare: è una casa editrice, un progetto di divulgazione culturale, una libreria teatro, nonché aggregatore di comunità. Filosofia, spiritualità e sociologia sono le principali discipline usate per avvicinare alla meraviglia.
L'iniziativa è parte della rassegna CULTURALMENTE per la memoria, promossa dal Comune di Bologna Dipartimento Cultura in collaborazione con la Fondazione per l’Innovazione Urbana nell’ambito di Bologna Estate. Hanno collaborato inoltre Cronopios e Festival DiMondi/Estragon.
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