A inizio 2020 l’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Coronavirus ha assunto una dimensione chiaramente globale. È tuttavia nei contesti urbani che i suoi effetti economici, sociali, politici e, naturalmente, medico-sanitari si sono manifestati nelle forme più drammatiche. Le città hanno dovuto fare i conti con uno scenario per molti versi inedito.
Ciò vale anche per Bologna. Questa città è da sempre considerata in Italia e all’estero un modello di governo democratico e solidale, che nel tempo ha continuato ad essere considerata attrattiva per molte categorie di persone (studenti, lavoratori, professionisti, imprenditori e, negli ultimi anni, anche turisti) ed è ancora oggi vista nel resto d’Italia e all’estero come una città accogliente e per molti versi unica, speciale. Ciò è stato possibile perché questa città ha saputo nel tempo innovare quel modello democratico e solidale, conservandone lo spirito originario. Le profonde trasformazioni che hanno caratterizzato la città in questi ultimi anni e, soprattutto, la nuova sfida globale della pandemia costringono ancora una volta la città a innovarsi.
Per questo motivo, la Fondazione per l’Innovazione Urbana, per conto del Comune e dell’Ateneo e in forte connessione con le azioni della Città metropolitana, ha promosso il progetto metropolitano R-innovare la città per analizzare e ideare proposte per rispondere agli effetti socio-economici della crisi attivando le competenze e le energie diffuse della città.
R-innovare la città ha voluto essere uno spazio di ricerca, confronto e ideazione originale, che unisse e abilitasse la sinergia tra comunità scientifica (Università e centri di ricerca), l’amministrazione (Comune e Città metropolitana), le organizzazioni economiche (imprese, terzo settore) e la cittadinanza (comunità), con l’obiettivo di individuare misure di risposta alla crisi che fossero radicate al territorio e che si basassero su processi di valorizzazione diffusa delle competenze e delle energie uniche che caratterizzano la città.
Nel corso di tre anni di ascolto e confronto con la città la Fondazione per l’Innovazione Urbana ha raccolto dati e sperimentato metodi e pratiche insieme ai cittadini, le comunità e gli stakeholder locali della città di Bologna. A partire da questo patrimonio di conoscenza, abbiamo voluto contribuire alla ripartenza e al futuro della città attraverso i diversi strumenti e le azioni dell’Osservatorio Emergenza Coronavirus fra di loro collegati e organizzati in tre principali assi di intervento:
1. DOCUMENTAZIONE: archivio digitale, dialoghi pubblici e tavole rotonde per il dibattito pubblico
L'urgenza che abbiamo avuto di indagare da subito l'emergenza per immaginare il futuro dopo la pandemia e che ci ha portato ad aprire il percorso di R-innovare la città – Osservatorio sull'Emergenza Coronavirus era quella di interrogare da subito altre e altri, per tentare di confrontare i diversi punti di vista sugli scenari che questa crisi sanitaria ha aperto a livello locale e globale.
Attraverso la creazione di dialoghi pubblici, tavole rotonde e un archivio digitale, l’obiettivo è stato di abilitare uno spazio di documentazione e dibattito pubblico orientato alla costruzione di un quadro di analisi complessivo da mettere a disposizione di tecnici e cittadini e che arricchisse e orientasse la dimensione di analisi e produzione di indicazioni.
L’Osservatorio è diventato quindi uno spazio di confronto e documentazione attraverso due interventi:
- Dialoghi pubblici con studiosi, esperti, policy-maker, city-maker trasmessi in diretta streaming sulla nostra pagina Facebook.
Se da una parte i dialoghi hanno aperto campi di indagine e di riflessione del tutto inediti, dall’altra hanno fatto intuire dei possibili nodi su cui provare ad agire per la ripartenza, a partire dagli interrogativi che ci siamo posti insieme ai nostri ospiti.
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- Costruzione e pubblicazione di un archivio digitale di fonti e documenti utili alla costruzione di un quadro di analisi complessivo, in continuo aggiornamento.
L'archivio ha voluto alimentare un dibattito critico e ragionato sulle sfide e le possibili conseguenze di questa emergenza ed è parte di uno sforzo di analisi, ricerca e proposta più ampio, che guarda al futuro della città di Bologna in un contesto globale.
Ll’archivio è facilmente navigabile per tematiche grazie all’uso di 12parole chiave.
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2. INDAGINE: analisi multidisciplinari e multisettoriali sull’impatto della pandemia in città, con survey, focus group, interviste, data analysis e strumenti di ricerca partecipata
A partire dagli approcci e dai metodi dell’immaginazione civica, coniugando ricerca scientifica, sapere tecnico amministrativo e ascolto della città, abbiamo portato avanti una attività di indagine sul territorio in emergenza, per capire l’impatto immediato della pandemia e come è cambiata la città.
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3. CANTIERI: percorsi accompagnamento e/o di sperimentazione
Abbiamo avviato percorsi e tavoli di lavoro per l’attivazione rapida di soluzioni e azioni per rispondere all’emergenza, volti anche, sul più lungo periodo, a favorire la prototipazione e l’ideazione di interventi su scala locale e metropolitana. In particolare:
- Cantiere Consegne etiche, per superare i limiti strutturali dell’attuale sistema di consegne a domicilio e prototipare una piattaforma etica per creare un servizio alternativo
- Cantiere Spazio a Bologna, per promuovere un confronto sulla città di prossimità e realizzare politiche e progetti per valorizzarla, con il coinvolgimento di i gruppi e realtà locali attivi su questi temi o direttamente interessati.
- Cantiere per le famiglie e i bambini, per coinvolgere l’intera comunità cittadina interessata ad accompagnare la realizzazione del servizio dei centri estivi.
Il progetto è realizzato grazie al sostegno di Fondazione Unipolis.